Monte Albán: la città sospesa tra cielo e terra
Fondata intorno al 500 a.C. su una cresta montuosa che domina la Valle di Oaxaca, Monte Albán fu il centro politico e spirituale dei Zapotechi per oltre un millennio. Le sue terrazze, piramidi e osservatori astronomici sembrano scolpiti nel vento, e ancora oggi trasmettono un senso di ordine cosmico.
Secondo le leggende locali, Monte Albán non fu costruita da uomini comuni, ma da esseri celesti guidati dagli dei del sole e della pioggia. I sacerdoti zapotechi, chiamati bèe, interpretavano i movimenti degli astri e comunicavano con il mondo degli spiriti attraverso rituali complessi e calendari sacri.
Tra le strutture più enigmatiche c’è il “Edificio J”, orientato in modo anomalo rispetto al resto del sito. Alcuni studiosi ritengono fosse un osservatorio, altri parlano di un portale verso l’aldilà. Le leggende zapoteche lo descrivono come il luogo dove il tempo veniva misurato e dove si decidevano le sorti delle stagioni.
Mitla: il labirinto delle anime
A circa 40 km da Monte Albán, Mitla rappresenta l’altra faccia della spiritualità zapoteca. Se Monte Albán era il centro del potere, Mitla era il santuario dei morti, il luogo dove si celebrava il passaggio tra il mondo terreno e quello ultraterreno.
Il nome “Mitla” deriva dal nahuatl Mictlán, “luogo dei morti”, ma per i Zapotechi era conosciuta come Lyobaa, “luogo di riposo”. Le sue strutture non sono piramidi, ma palazzi decorati con greche geometriche, uniche nel mondo precolombiano. Questi motivi non sono semplici ornamenti: secondo la tradizione orale, rappresentano mappe cosmiche, codici spirituali e percorsi dell’anima.
Una leggenda narra che sotto Mitla si estenda un labirinto sotterraneo dove i sacerdoti conducevano i defunti per prepararli al viaggio nell’aldilà. Alcuni tunnel sono ancora visibili, ma molti sono stati chiusi per motivi di sicurezza. Gli anziani del posto raccontano che chi entra senza rispetto può perdere la strada del ritorno.
Tra mito e realtà: il Messico che respira
Viaggiare tra Monte Albán e Mitla non è solo un percorso archeologico, ma un’immersione in un Messico magico, dove il confine tra storia e leggenda è sottile come il filo di fumo che sale dagli incensi rituali. I mercati di Oaxaca vendono amuleti zapotechi, i racconti dei venditori si mescolano alle storie tramandate dai nonni, e ogni pietra sembra avere qualcosa da dire.
La cultura zapoteca non è scomparsa: vive nei tessuti, nei dialetti, nei riti sincretici che ancora oggi si celebrano nei villaggi. E soprattutto, vive nella memoria di un popolo che ha saputo custodire il proprio passato con orgoglio e poesia.
Perché andarci
Monte Albán e Mitla sono due tappe imprescindibili per chi cerca autenticità, spiritualità e bellezza. Non sono solo siti archeologici, ma luoghi vivi, dove il tempo si piega e le leggende si fanno strada tra le ombre dei corridoi e il silenzio delle pietre.
Il Messico magico non è una formula turistica: è un invito a guardare oltre, a lasciarsi guidare dalle storie e a camminare con rispetto tra le tracce di civiltà che hanno fatto della terra, del cielo e della morte un unico grande racconto.


